Il tiro alla fune, 12 metri di riflessioni sul filo rosso della vita.

La street art a lavoro per la memoria.

Mi è stata commissionata la realizzazione di un’opera per il progetto Binario 10, dal Soroptimist Club Viareggio-Versilia, sul muro eretto dalle Ferrovie dello Stato in Via Ponchielli a Viareggio, in memoria del disastro ferroviario del 2009 che ha visto la morte di 32 persone.

Attualmente il muro ospita le opere di altri 13 Artisti e molti altri ne vedrà nei prossimi anni.

IL TIRO ALLA FUNE

L’opera che ho scelto di realizzare è nata da una attenta riflessione sulla parola VITTIME.

guarda fisso e serio lo spettatore che passa da lontano.

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Pochi colori, solo comunicazione visiva, illustrazione su parete.

Le 32 figure rappresentate all’interno dell’opera sono caratterizzate da una linea molto carnosa a sottolineare la matericità di un ricordo edulcorato che il tempo cerca di rendere impalpabile, un corpo carnoso, ricco di pieghe e nodi che sottolinea l’esistenza terrena. La tragedia viene alleggerita dall’utilizzo della parola “vittime” che sublima così il concetto reale di fisicità di un corpo morto e tutto quello che ci riporterebbe alla coscienza dell’accaduto.

Attraverso il mio stile e i miei personaggi ho deciso di creare un volto: 8 corpi si incastrano creando un’illusione ottica, un volto che guarda fisso e serio lo spettatore che passa da lontano, ripetuto per tre volte. Altri copri, sul livello del suolo, sono intenti a giocare ad un Tiro alla Fune con il nastro rosso della vita. Il nastro, passando sui volti, è un chiaro richiamo al proverbiale “non vedo, non parlo, non sento”

Il gioco del Tiro alla Fune è insignito di molti messaggi, essendo un gioco del passato, cerca di sensibilizzare ad un ritorno ad un tempo che fu e alle lotte per i diritti. Inoltre sottolinea la storia di questa vicenda giudiziaria, un tiro alla fune a cui ormai solo le vittime partecipano e il cui movimento oscillante resta perpetuo nel tempo, per questa ragione l’ultimo personaggio guarda lo spettatore per richiamare la sua attenzione e invitarlo a partecipare. L’Ultimo è in attesa, a braccia incrociate, calpesta il nastro, ha gli occhi aperti e ci guarda, ci interroga, la sua urgenza è la nostra, attende risposte.

DETTAGLI

La realizzazione di questa opera è stata possibile anche grazie alla collaborazione del mio storico sponsor CromologyItalia, che mi accompagna ormai da qualche anno in quasi tutti i miei progetti.

Per questa opera, dopo attenta valutazione, il loro tecnico mi ha suggerito l’utilizzo di un aggrappante al solvente sul cemento vibrato lavato con idropulitrice, una base bianca al quarzo, è stato poi riportato con la tecnica dello spolvero il disegno sulla parete e l’illustrazione è stata realizzata con smalti all’acqua dell’azienda Baldini del Gruppo CromologyItalia. Come finitura è stato dato un fissativo trasparente all’acqua per proteggere l’opera dalle intemperie e prolungarne la “vita”.